giovedì 6 marzo 2014

Tarquinio il Superbo

Tarquinio il Superbo fu il VII ed ultimo re di Roma, appartenente alla dinastia etrusca dei Tarquini, il quale regnò dal 535 a.C. al 509 a.C, anno in cui fu cacciato dalla città.
Tarquinio assunse il comando con la forza, senza che la sua elezione fosse approvata dal popolo e dal Senato e costrinse la plebe a lavori forzati per portare a termine la costruzione del tempio di Giove Capitolino iniziata da Tarquinio Prisco. Egli, infatti, trasferì sul Campidoglio il culto di Giove, che in precedenza si teneva sui Colli Albani, per simboleggiare  che il primato sul territorio circostante, prima detenuto da Alba Longa, ora spettava a Roma.
La legittimazione di questo primato avviene attraverso il collegamento del mito di Enea (risalente al 1250 a.C.) da cui sarebbe nato Ascanio, fondatore di Alba Longa, con quello di Romolo, discendente di Ascanio, fondatore di Roma nel 753 a.C. 
                                                    
Il tempio di Giove Capitolino
Tarquinio fu un abile comandante e conquistatore, infatti attaccò battaglia con i popoli confinanti per creare una via commerciale verso il sud e la Campania, indispensabile per gli scambi tra Etruria e Magna Grecia, ma strinse anche dei patti di alleanza con gli Equi, i Volsi e gli Ernici.
Egli sottrasse, inoltre, potere al Senato che era costituito soprattutto da aristocratici, accentrandolo nelle sue mani. Questo determinò una congiura ai suoi danni da parte delle famiglie aristocratiche, che non accettavano l'importanza che i re Etruschi avevano attribuito ai nuovi ceti in formazione: plebei, immigrati, clienti emancipati e non riuscivano più a sostenere il ritmo di espansione territoriale e di sviluppo urbano che il re aveva imposto alla città, suscitando malumore in ogni strato sociale. Il complotto fu organizzato mentre Tarquinio era ad Ardea per conquistarla.
Il mito della violenza subita da Lucrezia racchiude la vicenda del complotto: la moglie di Collatino, subisce una violenza dal figlio del re, Tarquinio Sestio, provocando la ribellione dei Romani e il re è costretto all'esilio.  Egli in seguito tentò di ritornare a Roma, ma trovò le porte della città sbarrate, si rifugiò allora presso gli Etruschi nella speranza di riconquistare il regno con l' aiuto del comandante etrusco Porsenna; ma non ci riuscì e morì a Cuma nel 495 a.C.

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