martedì 4 marzo 2014

Porsenna

Muzio Scevola davanti a Porsenna - Rubens

Porsenna era un re etrusco, forse il più famoso. Vissuto nel VI sec.a.C., era il lucumone (magistrato con supremo potere civile,militare e religioso) della città di Chiusi (Clausium), uno dei centri principali dell'Etruria, che all'epoca si estendeva dal Lazio sett. a tutta la Toscana e parte dell'Emilia-Romagna.
In quel periodo Roma si trovava in una fase di transizione verso la repubblica: Tarquinio il Superbo era stato cacciato dalla popolazione poichè aveva sottratto potere agli aristocratici ed aveva impresso a Roma un ritmo di espansione territoriale e di sviluppo urbano che i Romani non riuscivano più a sostenere, suscitando così malumore in tutta la popolazione (motivo per il quale fu organizzato un complotto contro di lui e fu cacciato dalla città). Esiliato, chiese appoggio a Porsenna, interessato alla posizione strategica di Roma per i commerci con le città etrusche della Campania, il quale non  esitò a muovere guerra contro Roma. Porsenna assediò Roma, ma, pieno di ammirazione per gli atti di valore di Orazio Coclite, di Muzio Scevola e di Clelia, desistette dal conquistarla, ritornando a Chiusi. La leggenda è stata probabilmente creata dagli storici romani dell'età imperiale, Tito Livio e Tacito, per nascondere la disfatta romana contro gli etruschi di Porsenna; infatti secondo un'altra versione, egli  occupò Roma e la dominò a lungo. Secondo molti storici, il lucumone etrusco, pur non infierendo, costrinse la città a scendere a patti e non riconsegnò il trono a Tarquinio. Da Plutarco veniamo a sapere che a Porsenna fu eretta una statua di rame in prossimità del senato e che la città dovette pagare decime per molti anni.
Nonostante la tradizione ci presenti Porsenna come re di Chiusi, ci sono, però, elementi che portano a ritenere che quest'ultimo probabilmente agì anche per conto di altre città etrusche alleate o sottomesse: ciò del resto renderebbe più facilmente conto del perché Tarquinio il Superbo, dopo il vano tentativo di riconquista del trono della città capitolina con l'aiuto di Veio e Tarquinia, si sia rivolto a Porsenna e quest’ultimo sia invece riuscito a sconfiggere e a dominare Roma per lungo tempo.Plinio il Vecchio, nel descriverci il leggendario mausoleo del sovrano, chiama Porsenna non re di Chiusi ma “Re d’Etruria] ed, infine, nel riportare una storia etrusca secondo la quale un fulmine fu evocato da Porsenna per distruggere il mostro Olta che minacciava la città di Volsinii, indica Porsenna come re di Volsinii.
Anche l’epigrafia sembrerebbe suggerire un rapporto tra Porsenna e Volsinii. È stato infatti evidenziato da Giovanni Colonna che il nomen del re, ricostruibile come Pursenas o Purzenas, è un nome finora non attestato e che solo a Volsinii riscontriamo in età arcaica il nome proprio di persona Purze dal quale esso è derivato, con l’intervento del suffisso aggettivale –na, normale formatore di patronimici.
Tuttavia, Dionigi di Alicarnasso e Floro, indicano Porsenna (Lucumone della città di Chiusi) come re di tutta l'Etruria; non è quindi da escludersi che in tale veste Plinio il Vecchio lo abbia definito "re di Volsinii" (alleata o sottomessa a Chiusi) essendo quest'ultima una delle città dell'Etruria, di cui Porsenna era re, posta a breve distanza dalla potente Chiusi che in quel periodo fece tremare Roma, probabilmente conquistandola, come riferisce Tito Livio: Non unquam alias ante tantus terror senatum invasit, adeo valida res tum Clusina erat magnumque Porsennae nomen. Floro e Plutarco aggiungono che ciò avvenne con un grande esercito.

Nessun commento:

Posta un commento