martedì 25 febbraio 2014

I Sabini

Le Sabine - Jacques-Louis David


Il passaggio da villaggio a città si può ricondurre all'insediamento sul fiume nell'VIII sec. a.C. di gruppi di Sabini sul Quirinale (nome di origine sabina: da Cures città sabina e da un altare a Quirino, il dio unitario delle Curie, città sabine).
I Sabini, che erano insediati sugli Appennini, avevano interesse ad assicurarsi libero il passaggio lungo il fiume per il rifornimento di sale alle foci del Tevere.
Tra Sabini e  Ramnes, insediati sul Palatino, fu inevitabile lo scontro per il controllo del Tevere, scontro rappresentato dalla leggenda de "Il ratto delle Sabine", con la vittoria dei Sabini, che unificarono i "vici" dei colli vicini, dando origine alla vera città di Roma (GEMINATA URBS, città raddoppiata dalla fusione dei Sabini con gli altri gruppi del Septimontium).
La primitiva città era retta da un re affiancato da un senato, formato dagli esponenti delle famiglie più importanti: i "patres familias". In una prima fase si ebbe l'alternanza tra un re romano ed un re sabino: la leggenda del ratto delle sabine si conclude con l'intermediazione delle donne sabine, che trovandosi nella scomoda condizione di mogli dei nemici dei loro padri e fratelli, ottennero, come condizione della pace tra i due popoli, che un anno governasse un re romano e l'anno successivo un re sabino. Infatti accanto alla figura leggendaria di Romolo la tradizione pone il re Tito Tazio, sabino appunto.
Tito Tazio, Numa Pompilio, Tullo (o Tulio) Ostilio e Anco Marzio furono re storici e di origine sabina come attesta il doppio nome, tipico dell'onomastica sabina.
La preminenza dei Sabini sui Ramnes nella prima età regia è confermata anche dalla guerra condotta da Tullo Ostilio contro Alba Longa, guerra che i Ramnes, da essa provenienti, non avrebbero potuto muovere contro la propria città d'origine.

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